Comuni
Comune di Montescudo
Montescudo : informazioni turistiche
Muntscùdi o Mont Scud in dialetto romagnolo, è un comune di 3.248 abitant, collocato sulla collina ai piedi del Monte Godio, offre un vastissimo panorama che va dalla parte del mare, dal pesarese al ravennate, e in una chiarissima mattina di primavera dalla cima del monte si intravvedono le cime dei monti dell'Istria.
STORIA
Il nome più antico di Montescudo è Rio Alto, forse perché ai suoi piedi scorrono il Conca ed il Marano; in seguito diventò Mons Scutulus, Montescudolo, Montescutello ed infine Montescudo.
Le origini di Montescudo sono antichissime; da ricerche archeologiche dei secoli scorsi (1795 e 1874) nei pressi delle Chiese di S. Biagio e S.Simeone vennero rinvenute tombe romane e una colonna che serviva di sostegno ad un'ara di un tempio pagano. Montescudo ai tempi dell'Imperatore Augusto, serviva anche come stazione militare adibita al cambio di cavalli per i corrieri che da Rimini andavano a Roma. Era sicuramente il primo scambio di una scorciatoia per la via del Furlo. Le origini del primo castello risalgono agli inizi del X secolo. Nel 1233 i Montescudesi giurarono fedeltà al Comune di Rimini, sottraendosi all'obbedienza dei Signori di Urbino. Dal 1239 al 1499 fu continuamente conteso anche con sanguinose battaglie tra i Malatesta e i Montefeltro. Nel 1555 il Papa lo donò al marchese Nicolò di Bagno fino al 1656 anno in cui tornò sotto lo Stato Pontificio. Nel 1722 metà del Paese venne distrutto da una frana.
Durante la campagna Napoleonica in Italia, allorché la Romagna venne invasa dai francesi, il 6 febbraio del 1797 una deputazione di Montescudesi si recò a Rimini a rendere omaggio al Generale Napoleone Bonaparte. Conosciute da questi le loro aspirazioni liberali, pronunciò le memorabili parole: "Montescudo è degno della bandiera francese". Infatti lo onorò di tale vessillo mandandoglielo in regalo ed insignì il gonfalone del Comune dei colori della bandiera di Francia. Fu sotto il regime di Napoleone che Montescudo raggiunse il massimo della sua prosperosità e della sua grandezza. Infatti costituita la Repubblica Cisalpina nel 1798, Napoleone si ricordò di Montescudo e lo elevò a terzo Cantone del Dipartimento del Rubicone, nonché Distretto Territoriale, assegnandogli vari Uffici quali: la Pretura, il Catasto, la Leva, il Censo, e l'ufficio Postale. Dopo la caduta di Napoleone nel 1815 Montescudo ritornò sotto il Governo Pontificio che, per i suoi sentimenti liberali in precedenza dimostrati, venne ridotto a semplice Comune senza appodiati. Però nel 1818 riprese il suo posto in Comune Capo Ufficio, aggregandosi il Castello di Albereto e le Parrochie di Trarivi e S. Maria del Piano. Nel 1860 venne a far parte del nuovo Regno d'Italia. Montescudo partecipò con diversi dei suoi figli alle guerre del Risorgimento, alla campagna garibaldina del 1867 e alla prima e seconda Guerra Mondiale ed ebbe diversi caduti per la Patria. Nell'ultimo conflitto mondiale, durante le azioni belliche del settembre 1944, il paese venne in gran parte distrutto e successivamente ricostruito a guerra ultimata.
DA VISITARE
Non mancano nelle frazioni itinerari culturali naturalistici: il Castello di Albereto, ancora ben conservato nella struttura originale, è un piccolo borgo rurale dalla esemplare struttura fortificata; i recenti e accurati restauri ne hanno fatto una delle perle architettoniche della Signoria. Già citato nel 1233 il castello viene rafforzato da Sigismondo Malatesta intorno alla metà del 1400. Spiccano la cinta muraria realizzata secondo i canoni della tipica "scarpata malatestiana", le tre forti torri circolari, la torre campanaria e la terrazza belvedere da cui si gode il panorama di tutta la costa riminese. la Pieve Romanica di Trarivi , oggi Chiesa della Pace, dedicata alla fratellanza dei popoli che si sono duramente combattuti durante la Seconda Guerra Mondiale. A ricordo dei tragici eventi aggregato alla Chiesa c'è il Museo della Linea Gotica Orientale, che raccoglie appunto reperti e testimonianze delle battaglie avvenute in zona; la Chiesa di Valliano con all’interno affreschi del ‘400 appartenenti a pittori della scuola del Ghirlandaio.
Gli amanti della Natura possono visitare il Bosco di Albereto, una bella macchia boschiva di circa 25 ettari, la si può attraversare tutta a piedi alla scoperta di piante rare e di un ambiente singolare per queste quote.
Naturalmente non mancano, sia nel capoluogo che nei dintorni, ristoranti e trattorie apprezzate per la loro cucina tradizionale e raffinata, buone strutture ricettive, attrezzature sportive e ricreative in grado di offrire una piacevole e distensiva vacanza, immersa nel verde, a due passi dal mare.
TRADIZIONI E CURIOSITA'
Rinomate e famose sono le terrecotte della Frazione di S. Maria del Piano, dove ancora oggi le ceramiche vengono lavorate artigianalmente.
Annualmente si svolge la Sagra della Patata, sotto il patrocinio di comune e associazione Pro Loco. La patata di Montescudo è una varietà di patata tipica del riminese che viene raccolta ad agosto e si conserva anche per 12 mesi, se conservata al buio nella sabbia. Durante la Sagra si possono degustare piatti a base della celebre patata montescudese e assaporare anche il vino e l'olio locali, ovvero il "Monte dello Scudo", una variante del Sangiovese superiore d.o.c, e l'Arimolio prodotto dalla Cooperativa degli Olivicoltori dei Colli Riminesi.
La Sagra della Patata è affiancata da una Mostra della Civiltà Contadina, realizzata in collaborazione con il comune limitrofo di Monte Colombo, dove viene dato uno spazio importante alle terrecotte e manifatture locali artigianali.
ECONOMIA
L’economia del paese si basa sostanzialmente sull’agricoltura e nel Museo Etnografico di Valliano di Montescudo sono raccolti attrezzi agricoli, oggetti e tutto ciò che faceva e fa ancora parte della cultura del territorio.
.
.
.
.
.
.